CRONACA DI UN SOGNO

 

Sono le 7.00 del 21 novembre 2003, due pullman completi partono dalla Chiesa Parrocchiale per la tre-giorni più importante di tutti i ventisei anni di vita del Coro San Gervasio.

Per l’occasione il parroco don Alberto, il sindaco Cristiano Esposito e l’assessore alla cultura Gian Carla Mapelli hanno accolto l’invito del direttore Mario Gaspani , e sono della partita.

A Cassano d’Adda la comitiva si completa con altri tre pullman degli amici di Gessate, guidati da Costante e Mario Ronchi, per un totale di oltre 270 persone equamente divise tra componenti delle Schole Cantorum e parenti-sostenitori, destinazione Roma.

Il tempo uggioso migliora man mano verso sud sino a mutarsi nel dolce autunno romano che ci accoglie alla Domus Pacis, quartier-generale della spedizione.

L’atmosfera composta della cena copre stati d’animo carichi di sentimenti forti che il successivo peregrinare tra le soffuse meraviglie dell’Urbe riesce solo a stemperare.

La notte è un riposo pieno d’attesa.

E’ l’alba del 22 novembre, don Alberto ci conforta e rasserena con la celebrazione eucaristica nella cappella della Domus Pacis, a colazione comincia ad affiorare una diffusa eccitazione.

Mentre parenti e sostenitori partono in pullman per i due itinerari predisposti, scatta l’operazione     “ PASSIONE “ : Passione di Cristo che proponiamo, Passione con la quale canteremo, Passione ed impegno di chi lavorerà per una perfetta riuscita.

La macchina organizzativa, studiata con accuratezza, è al momento della verità : chi parte per l’aula Paolo VI a predisporre la logistica del concerto; chi per la stazione ad accogliere il direttore , i solisti e i professori d’orchestra; chi si occupa della gestione dei coristi. Nel frattempo i maestri vengono ricevuti da S.E. Mons. Piero Marini, cerimoniere del Papa, per gli ultimi dettagli sulla presenza dell’Ospite d’Onore.

Alle 14,00 i protagonisti sono in aula per la prova d’ambiente, l’eccitazione del mattino si è trasformata in positiva tensione, attenta alle ultime indicazioni del maestro Pelucchi.

Non sono ancora le 16,00 quando gli accessi all’aula si aprono ad una folla che preme. Nelle due ore necessarie ad accogliere gli oltre novemila prelati, direttori, cantori e accompagnatori che assisteranno al concerto, i protagonisti tentano un improbabile relax negli angusti spazi del back-stage. Tra i primi ad accedere all’aula sono i nostri parenti-sostenitori, inconfondibili per la sciarpa rosso Ferrari segno distintivo della spedizione.

Manca un quarto alle 18,00, entra l’orchestra, entrano i cori, entrano i solisti e il direttore. Seguono minuti di attesa, forse pochi, ma sembrano interminabili.

Improvvisamente il grand’organo esordisce con suono poderoso, la sala è un boato giubilante, da una porta laterale appare un’icona bianca che scivola verso il pulpito, è il Papa, la tensione si scioglie in emozione e scorre sui visi.

Il benvenuto di S. E. Mons. Vasco Bertelli, presidente dell’Associazione Italiana Santa Cecilia, permette di riprendersi da in intontimento generale, poi il via al concerto.

Le note mistiche e profonde di Mons. Lorenzo Perosi creano per incanto un’atmosfera di raccolta meditazione che il Santo Padre sottolinea con pose di ascolto ispirate.

L’applauso spontaneo ed intenso al termine della prima parte della trilogia ci rassicura, ma la commozione e l’interminabile tributo di migliaia di maestri e cantori, in piedi, dopo il “Plange“ finale, sancisce il grande successo di un’esecuzione esemplare.

Solo le parole del Papa riescono a sopire il fragore degli applausi. Il suo messaggio, interrotto spesso, dà il colpo definitivo alle nostre coronarie quando, nel ringraziare, cita testualmente : “ ……. Le Schole Cantorum Santi Pietro e Paolo di Gessate-Milano e San Gervasio di Capriate-Bergamo……” , e il fragore riprende. Prima di uscire dall’aula chiede appositamente di essere portato vicino all’orchestra e ai cori per un saluto affettuoso e benedicente.

La cena alla Domus Pacis si svolge in un clima euforico, è ospite S. E.. Mons. Piero Marini con altri prelati tra i quali il nostro conterraneo Mons. Maurizio Bravi. Dopo cena, nell’auditorium, si conclude questa giornata storica tra canti, commenti e felicitazioni.

 

Il risveglio di domenica 23 novembre ci vede alle prese coi bagagli in una spendida e rilassata giornata di sole. La colazione deve sostenerci in questa ultima lunga mattinata.

Don Alberto , il sindaco ed alcuni accompagnatori partono presto per San Pietro dove il parroco concelebrerà la grande Messa Cantata presieduta da S. Em. il cardinal Sodano. A dirigere il coro di 15.000 cantori, parte in basilica parte in piazza, è don Giuseppe Ferri, direttore del segretariato delle Schole Cantorum, nostro mentore e organizzatore, unitamente al Segretario Generale Mons. Tarcisio Cola, di questi momenti esaltanti.

Verso le 10,00, tutti i 270 componenti la spedizione si portano in piazza San Pietro per partecipare alla Messa dai maxischermi e prepararsi all’ultimo impegno : il canto del “Regina Coeli” all’Angelus, accompagnati dal Corpo Musicale di Cremona.

E’ quasi mezzogiorno quando dalla finestra papale viene steso il drappo che annuncia la preghiera mariana. Appare un punto bianco e la piazza è un tripudio di invocazioni e colori tra i quali spicca la macchia intensa delle nostre agitate sciarpe rosse.

Le parole faticose ma intense del Papa sono sostenute da incoraggiamenti calorosi ad ogni pausa prolungata. Dopo la benedizione il canto diretto da don Ferri, issato su una transenna ai piedi dell’obelisco.

La grande adunata si scioglie per la via del ritorno.

Vicini a casa, con clima piovoso e dolce stanchezza, molti si appisolano nel tepore del pullman e rivedono i momenti più belli.

“ Sveglia, siamo arrivati “ si sente all’interfono.

Si aprono gli occhi, ci si guarda intorno : “ No ! non è stato solo un sogno “.

 

 

Ben